Lì si narra siano passati Ulisse, Giasone, i greci e i romani. Il Porto di Agropoli
potrebbe essere una delle mete più interessanti per i diportisti di tutto il
mediterraneo e con grandi potenzialità di sviluppo. Quest’angolo ricco di storia che ha ispirato anche Omero, è oggi fermo,
oggetto di sciacallaggio clientelare e di inutili progetti faraonici. Con
questo post, vogliamo dare luce al disastro economico ed ambientale dovuto
all’abbandono del nostro porto, “sepolto” in tutti i sensi da incompetenza,
inquinamento e dallo storico ammasso di Posidonea che oramai rientra come
panorama da cartoline del nostro paese.
SOSPETTI SCARCHI FOGNARI
Ecco le foto dei “presunti” scarichi fognari occulti. L’olezzo, nei giorni di maggiore calura e bassa marea non tradisce. Qui spesso le pescherie locali prendono l’acqua per bagnare il pesce che noi consumiamo. Pescatori e addetti agli ormeggi, tirano le cime che sono state ad ammollo per giorni e giorni ponendosi a rischio di contrarre la TBC, tifo e altre brutte malattie. L’acqua del porto andrebbe monitorata e certificata. I presunti scarichi, o emissioni sospette andrebbero subito controllati.
LA SPIAGGETTA DELLA MARINA E
L’AMMASSO DI POSIDONEA
La spiaggetta della marina è uno degli angoli più incantevoli del paese,
il luogo preferito per una foto da cartolina. Purtroppo da qualche anno a
questa parte nelle foto da cartolina è entrato a far parte il noto ammasso di posidonee.
La posidonea essendo pianta marina e non alga (come erroneamente detto) paradossalmente
è la ricchezza dei nostri mari. Essa dà ossigeno, riparo e nutrimento per la
vita dei pesci. Dà anche un notevole contributo contro l’erosione costiera. Ci
sarebbe da chiedersi perchè tanta posidonea si spiaggia sulle nostre coste. Forse
l’ancoraggio selvaggio dei diportisti? Forse l’inquinamento?
Ad ogni modo un fisiologico grado di perdita delle foglie morte è naturale e bisogna prevederlo. In Francia le spiagge di posidonea sono addirittura un pregio ed un attrattore turistico (cd. Banquette). Da noi invece non solo vengono declassate spregevolmente ad “alghe”, ma vengono definite come ordinari rifiuti.
Non trovando migliori soluzioni l’amministrazione comunale di Agropoli ha
prima pensato ad interrarle sotto il piano di spiaggia (un po’ come spazzare e
mettere la polvere sotto il tappeto), e poi ad abbancarle anno dopo anno nel
famoso angolo di spiaggia sotto la rupe (un po’ come spazzare ed addirittura
mettere la polvere SOPRA al tappeto).
ll risultato è quell’abominevole ammasso che oramai caratterizza il panorama della “marina”, divenuto col tempo tana per ratti, e incredibile sorpresa per i turisti che vedono anno dopo anno “crescere” l’ammasso.
Quest’anno avevamo avuto garanzie della imminente soluzione al problema, salvo poi scoprire che la soluzione era la costruzione di una discarica in località sita tra il comune di Agropoli e Ogliastro (un po’ come spazzare e portare astutamente la polvere nella stanza affianco!!).
L’idea è risultata talmente approssimata e malsana, che
l’amministrazione è dovuta ricorrere a chiedere un parare preventivo
“PRO-VERITATE” ad un noto consulente legale della zona impegnando una “modica”
cifra di oltre €6000,00 distraendo addirittura fondi da un MUTUO chiesto alla
Cassa Depositi e Prestiti.
MARINA VERDE
A noi chiaramente non piace l’idea che a un disastro si possa rimediare con un altro disastro economico e ambientale. Ad ogni modo, per essere anche propositivi e dare anche delle soluzioni pratiche suggeriamo che la posidonea spiaggiata potrebbe essere invece efficacemente utilizzabile in loco per ricreare un substrato organico su cui poggiare delle zolle di prato, trasformando la spiaggia della marina in una “Marina Verde” che darebbe un incantevole nuovo splendore alla marina con semplicità e naturalezza. L’effetto ottenuto sarebbe quello di averne fatto una gestione ambientalmente sostenibile per la posidonea già abbancata, mentre basterebbe levare una rete dal molo di sottoflutto alla rupe durante le mareggiate per raccogliere ed tenere in mare la posidonea che nuovamente si tenderebbe ad accumulare. Soluzioni semplici. Meno cemento, più natura.