Il nostro fiume #Testene, ahinoi non gode di buona salute. Scarichi fognari, l’alta temperatura dell’acqua, la bassa ossigenazione purtroppo lo rendono oggi uno degli scorci meno gradevoli della nostra città.
Eppure già tempo fa si parlò di farne diventare un #parcofluviale. Immaginate una passeggiata a piedi o in bici, lungo le sponde verdi e alberate. Acque che potrebbero essere certamente cristalline se si collettassero quei maledetti scarichi. Si potrebbe ripopolare la flora e la fauna, ittica e volatile.
La cementificazione dei fiumi ha in generale aumentato il rischio di alluvioni, danneggiato la qualità dell'acqua e l'intero ecosistema. Le città più civili stanno investendo per ripristinare l'ambiente naturale originario. L''ingabbiamento' degli alvei entro sponde di cemento si sono rivelate in molti casi operazioni letali per gli equilibri ambientali. Il cemento crea infatti uno strato impermeabile che interrompe gli scambi fra le acque dei fiumi e le acque sotterranee, riduce la quantità d’ossigeno disciolto nell’acqua e ne aumenta le temperature che in tali casi come da me rilevato ieri superano nettamente addirittura i 35 gradi, letali per ogni forma di vita.
In definitiva per ridare lustro e vita al nostro amato fiume bisogna ripristinare quegli elementi morfologici caratteristici degli ambienti fluviali naturali che rivestono una fondamentale importanza nella funzionalità dell’eco-sistema fluviale quali, ad esempio, la sinuosità del tracciato, i raschi, le buche, le barre, le calme, le aree di espansione delle acque, la vegetazione riparia. Cosi come fatto a monte del ponte di via Taverne. Li dopo gli interventi di rinaturalizzazione sono tornante specie volatili che da anni avevano abbandonato il nostro territorio. Ora il lavoro va ripreso e proseguito verso valle. Fino alla foce.