“L’avevamo lasciato a studiare il
nostro scolaro che fa rima con som… Ricordate? Doveva vincere il concorsone,
era piena estate. I suoi colleghi erano al mare e in pochi avrebbero
partecipato, nonostante l’appello dell’ordine degli scolari. E così fu. Parteciparono in sei (tanto a chi
poteva interessare un posto da studente tecnico a tempo indeterminato?). E miracolosamente
ce la fece, per un inezia, ma passò. E fu subito grande festa. Si cominciò subito a ripensare al futuro, a
come e quando sarebbe dovuto tornare all’ovile. L’entusiasmo era tanto, i
risultati ottimi, e anche chi era risultato dopo in graduatoria aveva ammesso
la sua bravura rinunciando a ogni forma di protesta. Beh, non rimaneva che la
trionfale riammissione scuola. Il grande Maestro aveva mantenuto la promessa. E
vissero cosi tutti felici e…. silenti!”
La morale è che un caso reale, non molto diverso, mostra che a
dipendenti comunali incaricati per nomina diretta, si costruisca
preliminarmente una brillante carriera, si ci faccia acquisire credito e poi
gli si faccia vincere concorsi pubblici, stabilizzandoli in maniera permanente
presso i ruoli della pubblica amministrazione senza procedure di evidenza pubblica preventiva e senza favorire l'acquisizione di un più ampio numero di candidature. Un caso scuola, lo trovate raccontato
e commentato nell'estratto della delibera riportata in basso.
Ricordatevene quando vi trovate ad
affrontare emergenze quotidiane, strade franate, problemi di gestione del
territorio, abusi edilizi. Avere dei dirigenti tecnici di comprovate capacità e
al di sopra di ogni sospetto, aiuta a prevenire ciò e ad evitare disastri. Nel caso in specie si
è scelto invece la via della clientela politica. Ecco perché la clientela
politica ci ammazza tutti i giorni un po’. Disfiamocene, diciamo basta alla
clientela, ai concorsi truccati e agli scempi!
E se non credete noi credete almeno Lui, il Grande Maestro, ed è il caso
di dire… da che pulpito viene la predica. Ascoltate!